Si fa presto a dire Vampiro... ospita Libera Schiano Lomoriello + Racconto!



 A cura di Libera Schiano Lomoriello


Il bacio sul collo credo sia uno degli approcci più eccitanti tra le varie coccole e preliminari. In virtù di questo il mito del vampiro ha sempre affascinato, soprattutto il mondo femminile, infatti questi “mostri” erano sempre dei grandi seduttori. Certo il pensiero che si trasformassero in pipistrelli, potessero uccidere la vittima da cui succhiavano sangue e via dicendo mi portava più a girare con aglio e croci di frassino in tasca, che a illanguidirmi al pensiero di una passeggiata notturna.
Poi ho conosciuto i vampiri della Confraternita del pugnale nero e quelli della Stirpe di Mezzanotte e le cose sono cambiate. Hanno perso tutte le scorie rozze del mito di Dracula, acquistando fascino e sex appeal. Non sono più costretti dal mito a trasformare le conquiste in zombie, vampiri o defunti; donano grande piacere invece che dolore e disperazione; sono fedeli e protettivi.
Direi più dei moderni Cavalieri che essere sovrannaturali, a parte qualche piccola caratteristica come il fastidio alla luce del sole e la dieta a base di sangue (anche se non esclusivamente a quanto pare) li fanno chiamare ancora Vampiri.

Il morso

La serena notte di Luglio sarebbe presto terminata in un temporale mattutino. Forte, improvviso e tempestoso ma anche breve e foriero di una nuova giornata di caldo e sole luminoso. Perfetta per gli umani che amavano abbronzarsi sulle dorate spiagge della penisola. Ormai tutto lo stivale brulicava di turisti fanatici della tintarella, ma nelle città erano rimasti pochissimi residenti, costretti dal lavoro ad accontentarsi di piscine, docce e condizionatori.
Vagava per le strade della capitale, senza una meta precisa, solo guidato dall’istinto. Il bisogno di sangue lo stava indebolendo, ogni passo di più. Ma non poteva fermarsi, doveva trovare la persona giusta. Quella che con un solo sorso di linfa vitale gli avrebbe ridato mesi di forza.
Trovare una donatrice consenziente in realtà non sarebbe stato un problema, dato che poi le avrebbe potuto cancellare ferite e ricordi, senza lasciare altra traccia che la sensazione di aver provato un piacere immenso. Un morso della sua razza aveva lo stesso effetto di un orgasmo, per un’umana.
Andreas però ne cercava una speciale, con cui avrebbe sentito un’intesa elettrica. La sensazione era assimilabile a un’irresistibile attrazione sessuale, ma a livello ancora più istintivo, quasi animalesco. Gli serviva il corrispettivo vampiresco di un colpo di fulmine.
Era arrivato in una grande piazza. Non conosceva quella città, ma aveva sperato ci fosse più gente in un posto simile, anche se erano le quattro del mattino. L’alba però non sembrava proprio il momento migliore per trovare strade popolate, ma non poteva rischiare di bruciarsi con i raggi di sole.
Certo il pericolo di ustione avrebbe potuto scamparlo trovando la vittima giusta, quella perfetta per lui, e convincendola a ospitarlo per un po’.
Una corrispondenza di sensi completa, una sorsata accompagnata da penetrazione, le vette del piacere raggiunte in simultanea e lei avrebbe acquistato una piccola costellazione di stelle sulla serica pelle del seno. Lui un assaggio di immortalità.

Laura si era sentita sempre un pesce fuor d’acqua. Le era stato, fin dalla nascita, molto difficoltoso legare con gli altri, sia che fossero familiari o amici, che fidanzati o amanti. I suoi simili le sembravano alieni, tanto si sentiva diversa e incompresa.
Quella notte era stata l’ennesima conferma.
Dopo due anni di convivenza, aveva lasciato l’uomo che pensava di sposare e amare tutta la vita. Non poteva certo dire che fosse colpa di lui, non l’aveva sorpreso a letto con un’altra né si era rivelato una delusione.
Era lei stessa che si riscopriva ancora impermeabile alla felicità.
Sin dall’adolescenza, quando il suo fisico era sbocciato in una combinazione seducente di membra longilinee e curve appropriate, i ragazzi, e poi gli uomini, avevano provato a conquistarla. Nessuno però aveva ottenuto nulla più che un interesse fisico. Solo piacere senza sentimenti.
Questa volta era convinta che fosse diversa, ma si era sbagliata.
Aveva sentito nel cuore, la sera prima, che non era fatta per quella vita e spinta da una forza sconosciuta era uscita dall’appartamento senza una spiegazione al compagno. Semplicemente chiudendosi la porta alle spalle aveva cominciato a correre senza una meta, poi, ormai stanca, aveva vagato per le strade buie e deserte della sua Roma, godendosi in solitudine le sue grandi bellezze ammantate di silenzio.
Non avrebbe trovato neppure i colombi in quella mattinata estiva, ma era giunta in Piazza San Pietro convinta che lì ci fosse la soluzione alla sua inquietudine.

Più che vederla ne percepì la presenza. Era dall’altro lato della piazza e camminava come se non avesse uno scopo o una meta precisa.
Una bella donna dai lunghi riccioli corvini, il fisico mozzafiato e il passo sensuale. Andreas vide che indossava un leggero vestito di lino, corto e sbracciato, ma si teneva le braccia strette al corpo, quasi avesse freddo.
Ci dovevano essere pensieri molto tristi a farle compagnia.
Cercò di coglierne lo sguardo e il bisogno di sangue fu sopraffatto da un’erezione immediata. Tutta l’energia gli si concentrò nell’inguine.
Doveva averla, ancor più che assaggiarla.
Come sempre non c’erano segni fisici particolari a determinare se avesse le giuste caratteristiche per essergli d’aiuto, ma l’istinto che lo spingeva a farci sesso, tanto da annebbiargli la coscienza, parlava chiaro.
Chissà se aveva già il seno marchiato.

Una strana sensazione distolse Laura dai suoi pensieri: sentiva di essere osservata, ma non provava vera paura. Anche se erano le quattro del mattino e in piazza c’era solo quell’uomo alto e muscoloso, vestito tutto di nero.
Anfibi, jeans e maglietta elastica rivelavano un fisico asciutto e ben allenato.
Certo che era proprio sexy, anche se non sembrava molto raccomandabile.
Quando ancorò ai suoi occhi i propri, lei fu attraversata da un fulmine di eccitazione. Un desiderio sessuale tanto repentino, che ricordava un bisogno fisico, una necessità vitale.
Non si accorse di aver percorso la distanza che li separava a passo di marcia. Anche lui doveva aver quasi corso perché si ritrovò circondata dal suo calore, prima ancora di essere consapevole del suo braccio che la spingeva verso le mura.

Non si scambiarono parole. La portò semplicemente in un anfratto delle mura, al riparo da occhi indiscreti e Andreas entrò in lei.
Non aveva l’aria spaesata, né sembrava impaurita. Anzi, ricambiava con esaltazione le sue spinte.
Eppure non aveva il marchio.
Cercò anche di baciarlo.
E lui decise. O meglio capì. L’avrebbe segnata lui.

Non la stava davvero mordendo, vero?
Ma quel pensiero fu oscurato subito dal piacere più intenso che avesse mai provato. Sapeva che anche lui stava godendo, anche se non riusciva a sentire altro che le contrazioni e le ondate elettriche che attraversavano il suo corpo. Era sicura che un orgasmo non poteva cambiare una persona, ma si sentiva diversa. Non emotivamente come dopo un’esperienza speciale, ma proprio strutturalmente differente.
Cosa era successo? Chi era quell’uomo?

E così l’aveva trovata. Non un morso speciale, ma la compagna dell’eternità. Aveva marchiato altre donne come lei, ma mai nessuna aveva avuto quella risposta piena di passione e senza paura. Ogni volta aveva dovuto fare i conti con accenni d’isterismo al dolore del morso, anche se subito rintuzzati dal godimento sessuale. Lei era stata una sorpresa totale.
Le avrebbe spiegato tutto in seguito, ma sapeva già che non ci sarebbero stati choc e timore, solo accettazione. Era davvero quella giusta.  

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