Si fa presto a dire Vampiro... L'opinione



A cura di Grazia Ciavarella

Quando si parla di vampiri, è inevitabile per me associare il termine al DRACULA di Bram Stoker. Questo romanzo, oltre ad essere un grande classico della letteratura inglese dell’Ottocento, rappresenta per me la figura del vampiro per antonomasia.
Nell’ultimo decennio, a livello narrativo, il vampiro ha spopolato; per quanto mi riguarda: in modo eccessivo. Non credo avessimo bisogno di tante rivisitazioni sul tema in questione. Vero che la Meyer, con la sua saga TWILIGHT, ha ripreso la leggenda (il fatto che l’abbia stravolta, può piacere o meno), però l’abuso di una tematica proposta in tutte le salse – alla lunga – stanca.
Il fatto di ritrovarsi sommersi da romanzi vampirici, comporta l’inevitabile conseguenza: la difficoltà di scelta. Quale, fra le ultime uscite, è degna di essere letta per qualità e originalità?
Molte storie si somigliano, i cliché non si contano e i lettori restano insoddisfatti.
Personalmente preferisco i vampiri classici, da IL VAMPIRO di John William Polidori a CARMILLA di Joseph Sheridan Le Fanu, per esempio.
Ciò non vuol dire che io disdegni i vampiri contemporanei. 
Per esempio, ho apprezzato il lavoro della giovane autrice Federica Pini, con il suo romanzo LA MORTE D’ARGENTO
Tuttavia pratico una selezione attenta e minuziosa, proprio perché – mi ripeto – è stata messa troppa carne al fuoco.
Anzi, di recente ho deciso di abbandonare per un po’ le letture a tema vampirico. È un campo che ho deciso di lasciare a maggese.




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Commenti

  1. ormai sui vampiri si è pubblicato troppo... sono un po' satura dell'argomento...

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