recensione di Tre Innocui Deliri
Titolo: Tre Innocui Deliri
Autore: Sabrina Gregori
Casa Editrice: Ibiskos
Pagg.: 165
Recensione
Cos’hanno in comune una lavagnetta appesa a un frigo, un appartamento in vendita e un tappeto? Cosa lega fra loro un gatto, un bambino che deve nascere e un ragno? All’apparenza nulla, eppure…
Da qui prendono vita tre brevi storie, tre suspense tales il cui epilogo resta appunto in sospeso, aperto: racconti al femminile, dove sono le donne le protagoniste degli innocui deliri…sempre in bilico tra realtà ed esperienza onirica, tra visioni fantasmatiche e reali che si compenetrano e confondono in una quotidianità a volte trasfigurata, reinterpretata, dove spesso non si sa dove finisce il sogno e ricomincia la veglia che porta con sé un malcelato disagio.
L’autrice si serve di oggetti quotidiani, di animali fortemente evocativi nell’immaginario collettivo per far emergere la nostra parte oscura, che tocca corde che spesso non osiamo considerare, che volutamente ignoriamo, o aspetti bui del nostro essere che ci rifiutiamo di esplorare. Noi lettori invece leggendo questi racconti siamo costretti a metterci di fronte a noi stessi e guardare finalmente ai nostri più profondi desideri o portare a galla e distillare le nostre emozioni più recondite: il dolore crudele di un abbandono senza spiegazione, il turbamento di una gravidanza, il disturbo all’interno di una vita familiare che scorre sui binari di un’apparente tranquillità.
Messaggi scritti con calligrafia infantile su una lavagnetta, una sconosciuta che si insinua nella mente, un tappeto che porta scompiglio in una famiglia, animali che assumono connotati diversi e inquietanti, ma che possono diventare la causa prima di una svolta nella nostra vita. E se provassimo a vederli in modo diverso? E se provassimo a vederci in modo diverso?
Qual è la distanza che separa l’innocuo dal delirio e come riuscire a percorrere questa terra di mezzo dai confini labili e incerti?
Grazie a uno stile asciutto, lucido e teso Sabrina Gregori dona ai suoi personaggi, stilizzati e disegnati da rapidi schizzi, una grande profondità ed imprime loro un’orma difficilmente cancellabile. Una scrittura che non solo intrattiene il lettore, ma lo trattiene affinché resti a lungo parte dei suoi racconti.
Maria Irene Cimmino
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