Recensione: Un karma pesante di Daria Bignardi

Un karma pesante
di
Daria Bignardi

Titolo: Un karma pesante
Autore: Daria Bignardi
Editore: Mondadori

Trama:

"Quando ha sentito che a novembre compio quarantadue anni mi ha guardata negli occhi e ha detto: 'Quarantadue è multiplo di sette. Sarà un anno di grandi cambiamenti: stai pronta, Eugenia'." Eugenia Viola non crede nei multipli di sette, ma è sempre stata fin troppo pronta a mettersi in gioco. Era un'adolescente segnata da un dolore prematuro e ossessionata dalla ricerca della propria identità: oggi è una donna spericolata eppure saggia. Ciò che sa fare meglio, quel che le toglie il sonno, è il suo lavoro di regista. Ma quando improvvisamente la vita la obbliga a fermarsi, il film che ci racconta è quello dei tanti pezzi di sé lasciati per strada. La tredicenne affascinata dall'oscuro protagonista di un romanzo russo, la ragazza che parte per Londra in fuga dalla malattia del padre, la ventenne inquieta che approda nella Milano dei profondi anni Ottanta e poi nella New York degli anni Novanta. Fino al presente rigoroso, assediato dalle nevrosi degli Anni Zero ma riempito dall'amore imperfetto per Pietro e per le figlie Rosa e Lucia, le uniche capaci di ancorarla a terra. "Un karma pesante" getta uno sguardo insolito e brillante sui nostri ultimi trent'anni ed è insieme la storia di una donna spietata con se stessa ma teneramente fragile, allegra, materna, tanto dolorosamente vicina all'autenticità della vita che abbiamo l'impressione di conoscerla almeno quanto conosciamo noi stessi.


Recensione a cura di Costanza Bucci

Non si vive solo di grandi emozioni, meglio un poco per volta che tutto o niente… A volte pensi che per cominciare a vivere davvero devi prima capire chi sei, fare le scelte giuste, mettendo tutto in ordine: ma alla fine la tua vita sarà il modo in cui hai vissuto. Il modo i cui stai vivendo adesso. Mi piace come ho vissuto qui? Più o meno. Si può cambiare? Non credo. Si fanno sempre gli stessi errori. Però si soffre meno.

Un karma pesante, romanzo che racconta, con una grande vena ironica e tagliente, la vita di una donna molto fragile e severa con se stessa.

È la storia di Eugenia Viola, una donna che ha sempre desiderato fare la regista, fin da quando era bambina. A soli tredici anni, per sembrare di essere più adulta di quanto non lo fosse in realtà, non riesce a dir di no a un ragazzo che in realtà non ama affatto. Legge il romanzo Il demone maschio del russo Fedour Sologub e questo le cambia la vita: convinta che questa lettura le abbia aperto le porte verso il vero senso dell’esistenza, Eugenia si immedesima nel cupo decadentismo dell’autore russo e comincia a decifrare il mondo in chiave estremamente pessimistica. Quando arriva la notizia da parte dello zio che il padre sta morendo di cancro, Eugenia reagisce in modo completamente disordinato e irrazionale, chiude improvvisamente e totalmente con la sua famiglia allontanandosi sempre di più da tutti, iniziando a condurre una vita di autolesionismo, curando relazioni improduttive e inutili, facendo credere agli altri di condurre una vita piena e felice. Fino a quando un giorno, grazie a un lavoro di pubblicitaria, riesce a diventare una regista di successo, incontra un uomo, che le restituisce la pace interiore, con il quale Eugenia riesce a costruire una famiglia.
Eugenia Viola è un personaggio dal carattere molto particolare: fin da adolescente ossessionata dalla ricerca della propria identità, la troviamo sempre alla ricerca di se stessa, costretta ad attraversare un tunnel pieno di emozioni impossibili da gestire dove inciampa continuamente in molti ostacoli che la vita le offre. Eugenia però vincerà la sua battaglia: riesce a diventare una regista affermata e una donna di successo che sa sempre quello che vuole, riesce finalmente a essere felice, a superare quel periodo giovanile di lotta contro il mondo, insomma riesce a vivere, anche se il caos interiore e le difficoltà persistono.
Il romanzo della Bignardi mette in gioco la fragilità dell’uomo di fronte alla vita e agli affetti, ma alla fine lascia uno spiraglio di speranza: è sempre possibile riprendere le fila della propria esistenza, anche se abbiamo alle spalle un passato tortuoso e complesso… un Karma pesante.


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