Recensione + intervista: GRIDO D'AMORE di EVELYN STORM

Recensione: GRIDO D'AMORE di Evelyn Storm



GRIDO D'AMORE
di Evelyn Storm


Titolo: GRIDO D'AMORE
Autore: Evelyn Storm
Pagine: 346
Editore: & My Book - marchio di Caravaggio Editore

Estratto:
«Soffrire è come amarti. È tormento e delizia, è dolore ed esaltazione. E cercarti, volerti, desiderarti sono un tutt’uno, anche se mi lasci senza difese e il mio cammino verso te mi piega, mi annienta, mi commuove e mi fortifica. Semplicemente… ti amo.»

Trama:
Tornata in Italia dopo essere vissuta per anni in Germania con il padre, Kyra Castelli inizia una nuova fase della sua vita quando rimane da sola insieme ai due fratelli e al fratellastro più giovane, Tomas. Da quel momento, tra il lavoro al bar e l’hobby di danzare, le sue giornate diventano tutt’altro che monotone, finché si ritrova ad essere l’oggetto del desiderio del suo fratellastro. Dal canto suo, Tomas è ancora uno studente che lavora come cameriere nel week-end, nonostante il suo unico interesse sia la musica. Solista di una band e molto somigliante al cantante dei Tokio Hotel, potrebbe avere qualunque ragazza, ma i turbamenti per l’amore travolgente nei confronti di Kyra manderanno in crisi la sua vita parecchie volte. Sia Kyra che Tomas raccontano in prima persona le loro frustrazioni, sofferenze, conquiste, gioie e dolori. Resta solo da scoprire se alla fine diventeranno una coppia o continueranno a sopportarsi per il quieto vivere, restando però segretamente “avversari”.

Recensione a cura di Stefania Scarano:


Inizio dalla copertina che è una via di mezzo tra il disegno e la foto di quelli che potrebbero essere i protagonisti, semplice ma al contempo molto efficace.

Un romanzo scritto come un diario a due mani, ma di fatto di un diario non si tratta, è piuttosto la raccolta dei pensieri di Tomas e Kyra, i due protagonisti, e delle vicende che gravitano attorno alle loro vite.

La vicenda inizia con una precisazione di Kyra perché parte da un episodio clou e poi subito si torna indietro a quando tutto ha inizio, simbolicamente a inizio anno e così, allo stesso modo tutto si chiude al 31 dicembre, come un bilancio aziendale.

I personaggi sono ben delineati e quasi si ha la percezione di vederli, magari i volti sono un po’ sfocati per alcuni ma, si ha una netta chiarezza sul chi e il come sono anche i personaggi minori.

Protagonista assoluto è l’amore, quello giovanile e che sa straziare l’anima, ostacolato da questa o quell’altra situazione e per cui doloroso anche a livello fisico, da qui il titolo “grido d’amore”.

Il romanzo si fa letteralmente divorare perché si vuol capire come si evolvono le situazioni, gli equilibri e soprattutto i sentimenti. Trionferà la ragione o il sentimento? Si può razionalmente smettere di amare qualcuno o è più facile essere consumati da tale forza?

Lascio ai lettori il compito di rispondere a queste domande che tanto spesso magari ci facciamo ma, che non sempre hanno le stesse risposte.

I numerosi riferimenti musicali e ambientali fanno trasparire le passioni ed i gusti dell’autrice che emergono dalle sue note biografiche, penso sia naturale trovare un po’ di lei nel romanzo, anche se, sotto forma di piccoli cenni.


Incontro con l'autrice Evelyn Storm:


Evelyn Storm scrive articoli per la rivista online "Ginger Generation" ed in passato ha pubblicato principalmente poesie e fumetti per ragazzi. E' una Blogger, e come artista ha realizzato biglietti d'auguri e quadri messi in esposizione in bar, art-bar, cartolerie, negozi di fiori e di articoli da regalo. Il suo blog dedicato al romanzo si trova all'indirizzo http://gridodamore.wordpress.com, mentre il sito ufficiale è www.gothicrose.it.

Intervista all'autrice a cura di Stefania Scarano:
  • Normalmente cosa legge? Qual'è il suo genere letterario preferito?

Nel corso degli anni ho aggiunto nuovi generi, ma in linea di massima mi piacciono i romanzi paranormali dove licantropi, vampiri e streghe convivono più o meno segretamente con gli umani, scatenando lotte di potere, svelando oscuri passati, trascinando il lettore in mondi misteriosi, magici ed affascinanti in cui l'amore è più forte di tutto. Per la stessa ragione leggo anche i romanzi storici, ambientati soprattutto in un periodo che va dal 1600 al 1800 in Scozia o Inghilterra, e dove l'amore, le insidie, i trabocchetti e gli ostacoli non mancano mai fino al lieto fine. Ma non disdegno neppure i romanzi gialli di Agatha Christie, i romanzi per ragazzi, le biografie di persone che mi hanno stimolato musicalmente o intellettualmente, o storie allegre e moderne tipo “Il diario di Bridget Jones”. Anche se il mio genere preferito sono i “Paranormal Romance”, come ha già descritto prima.

  • Quando è iniziata la sua attività di scrittrice?

Un giorno, quando ero solo una ragazzina, ho visto un film con protagonista una scrittrice, e il suo mondo particolare mi ha molto attirato. In quel periodo divoravo pure i libri di Agatha Christie, e lodando la sua intelligenza e la maestria nello scrivere, è nata in me la voglia di dedicarmi anch'io all'avventura letteraria. Ho iniziato scrivendo a quattro mani con una giovanissima amica un romanzo, che però non abbiamo mai terminato, proseguendo con fumetti per ragazzi, lettere d'amore, poesie, romanzi, e da quel momento non ho mai smesso.

  • A che pubblico si rivolge, principalmente, con questo romanzo?

“Grido d'amore” è nato pensando ai giovani adulti, il cosiddetto pubblico “Young Adult”, anche se ho trovato consensi ed apprezzamenti nei trentenni e nei quarantenni, fino ai sessantenni. Una volta mi ha scritto la madre di una ragazza di diciotto anni, dicendomi di aver gradito le prime pagine del mio romanzo perché scritte in modo scorrevole, privilegiando le emozioni e le sensazioni dei protagonisti a tal punto da farla immedesimare e ritornare con la mente alla sua giovinezza. L'ho molto apprezzato, e in effetti quello è sempre stato il mio intento: coinvolgere tutte le fasce d'età partendo da quella degli adolescenti.

  • Cosa l'ha ispirata nello scrivere questo romanzo?

La verità? Di tutto un po'. Se dovessi elencare le mie fonti di ispirazione, direi senza alcun dubbio la mia migliore amica nel bar di sua sorella, i clienti del medesimo bar, la band dei Tokio Hotel, i fan in delirio per Bill Kaulitz, il cantante Bill Kaulitz, la mia gatta, la musica, alcuni attori, certi film o libri, la gente comune e un'idea di base che avevo in testa da un po'. Ossia ricreare sulla carta una storia appassionante e tormentata, in cui vi fosse un'alternanza tra vita vera e sogni da realizzare. Ma anche molto di più.

  • C'è qualcosa del suo vissuto nella trama?

Sì, senza dubbio. Nel protagonista rivedo molto me stessa quando avevo la sua età. Tomas vuole sfondare come cantante con la sua band, lo stesso desiderio che avevo io. Quindi tutte i suoi turbamenti, le ansie, le attese, le speranze e i suoi passi in avanti sono in parte quelli che ho vissuto con le mie tre rock band. Rivedo in me anche Lara, personaggio secondario e migliore amica della protagonista Kyra, ma solo ed unicamente perché anche lei scrive e vuole pubblicare un libro. Infine, certe vicende, le condizioni atmosferiche, le feste, i luoghi di vacanza, i film e le musiche che ascoltano i personaggi hanno molto in comune con il mio vissuto. La storia principale tra i due protagonisti, invece, non ha nulla a che fare con la mia. Sono figlia unica, non ho mai avuto un fratellastro, non ho mai vissuto sulla mia pelle le emozioni, la passione, le sofferenze che vivono loro. Ma va bene così. Quella è la loro storia, non la mia, e così deve restare.


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