"Scrivere è un gioco di prestigio" di Paolo Di Paolo

Martedì 24 maggio alle ore 19.00

presso la libreria Mondadori

Via del Pellegrino 94, Roma

Edizioni della Sera
presenta
"Scrivere è un gioco di prestigio"
conversazione con Paolo Di Paolo
All'evento parteciperanno
Paolo Di Paolo (scrittore)
Stefano Giovinazzo (editore)
Matteo Chiavarone (Flanerì)
Alessandra Stoppini (critico)
Marco Onofrio (editore e scrittore)
IL LIBRO
Una conversazione eccellente sulla scrittura. Dopo Dacia Maraini, un altro grande nome si racconta per la collana “Le Bussole”. Enfant prodige della letteratura, Paolo Di Paolo, seppur giovanissimo, oggi è uno degli scrittori italiani più talentuosi e apprezzati in Italia. In questa conversazione con Stefano Giovinazzo, argomento chiave è la scrittura, passione che Di Paolo ha iniziato a coltivare già da bambino e che si è sviluppata a dismisura nel tempo, che si proietta in una cultura letteraria invidiabile, un approccio quasi viscerale al libro e ad un legame fortissimo con la lingua italiana. Il critico letterario delinea i caratteri di un mondo e di una passione, la scrittura, che è catarsi, continuo confronto fra chi scrive e chi legge, e “riflesso di un’ipersensibilità che si esercita, anche ossessivamente, su dettagli che molti trascurano”. Di Paolo ci fa penetrare in un mondo, la scrittura, svelandone i segreti in modo acuto e stimolante.
LA STAMPA
Questo spazio, piccolo ma interessantissimo, che ha visto come apri-pista Dacia Maraini permette a Di Paolo di affermare, anche se sottovoce, la sua “presenza” nel mondo, in “questo” mondo. Perché se è vero che Paolo Di Paolo “scrive con la stessa naturalezza con cui respira” è anche vero che si tratta di un ragazzo di appena ventisette anni che si è trovato di fronte a continui confronti con molti dei maggiori autori del secolo appena trascorso. (Matteo Chiavarone - Flanerì)

«Nell’intervista Paolo parla dell’epifania che a lui per primo riserva la sua scrittura, il suo gioco di prestigio. Chiunque scriva per interna necessità e disposizione sa che questo è vero: la scrittura rivela sempre a se stessi qualcosa di sé e del suo stare al mondo. Ma i giochi, anche di prestigio, sono una cosa seria e chi scrive con l’essenzialità con cui scrive Paolo non può non essere che un giudice serio e severo del suo stesso “gioco”». dalla prefazione di Giulia Alberico

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