A giugno in libreria! DONATELLA BERSANI INDIGNATE - IL TEMPO DELLE DONNE



 DONATELLA BERSANI 
INDIGNATE -  IL TEMPO DELLE DONNE

UN’INDAGINE AL FEMMINILE, RIGOROSA E RICCA DI TESTIMONIANZE, SUL MONDO DEL LAVORO E DELLA PRECARIETÀ IN SENSO STRETTO, SULLA FAMIGLIA E SULLE DINAMICHE CHE ANCORA DETERMINANO LA SEPARAZIONE DEI RUOLI AL SUO INTERNO, SULLA VIOLENZA DI GENERE, FISICA E PSICOLOGICA SUBITA DALLE DONNE DENTRO E FUORI LE PARETI DOMESTICHE E INFINE, SULL’IMMAGINARIO COLLETTIVO, CHE CI RESTITUISCE UN’IMMAGINE FEMMINILE CONTESA TRA NUOVI MODELLI DI EMANCIPAZIONE E VECCHIE DINAMICHE DI OPPRESSIONE.


Bassa occupazione, discriminazione sul posto di lavoro, esclusione dai luoghi di potere della politica e dell’economia, mancata condivisione del lavoro di cura all’interno della famiglia, assenza di servizi a sostegno della maternità. E ancora, violenza fisica e psicologica e donne-oggetto, schiave di vecchiedinamiche di oppressione. Questo libro si rivolge alle migliaia di donne che continuano a mobilitarsi per i loro diritti, fornendo chiavi di lettura e spunti di riflessione per comprendere meglio le diverse sfaccettature del mondo in cui vivono. Il valore del corpo, il ruolo di madri e di mogli, le battaglie sullaprocreazione assistita e la Ru486, sugli anticoncezionali, sull’aborto: indagando i diversi ambiti della vita pubblica e sociale, ma anche privata ed esistenziale, queste realtà rivelano aspetti sempre più precari e instabili. Tutto ciò nonostante i cambiamenti intercorsi nella società contemporanea e nonostante l’avanzamento in termini di diritti, uguaglianza e libertà ottenuto negli anni Settanta dai grandi movimenti di massa delle donne, dei quali, forse, ci sarebbe ancora bisogno.
L’equilibrio instabile che caratterizza la vita delle donne in Italia ricorda quello delfunambulo in punta di piedi su un filo sospeso nel vuoto, nella costante incertezza dell’esito che avrà il passo successivo, nell’incognita della piega che prenderà il cammino futuro e nel disperato tentativo, comunque, di andare avanti.
La testarda convinzione dell’esistenza di una possibilità di cambiamento porta alla registrazione di un presente nuovo, che ha visto una dirompente ripresa di parola pubblica da parte delle migliaia di donne che il 13 febbraio 2011 hanno riempito di voci, rabbia e colori differenti le piazze di numerosissime città italiane e non solo.
Nella convinzione che le donne non abbiano mai abbandonato la forza e il coraggio di esprimere il proprio dissenso nelle diverse modalità e con le variegate sfumature di cui sono capaci – attraverso l’adozione di strategie di resistenza individuali e collettive – crediamo però che, a partire da quel giorno, si sia prodotta una dinamica nuova che le ha viste nei mesi successivi protagoniste di uno spazio pubblico non sovrapponibile a quelli istituzionali: lo spazio delle piazze in cui manifestare e di altri luoghi possibili in cui far vivere narrazioni diverse.


Editore: Newton Compton
ISBN: 978-88-541-3297-9
Euro 6,90
PAG 384 ca.

VIVERE DA FUNAMBOLE.
L’apparente normalità di un equilibrio instabile
NON È VERO CHE SIAMO SECONDE IN TUTTO.
Il primato delle donne nel lavoro precario
LA DIVISIONE DEI RUOLI NELL’ISTITUZIONE FAMIGLIARE.
Qualcosa è cambiato?
CO-ABITARE CON LA VIOLENZA.
Dalle categorie alle azioni: il genere e la violenza
L’IMMAGINARIO NEGATO.
L’uso pubblico del corpo delle donne
RIPRENDIAMOCI LE NOSTRE VITE.
Verso un nuovo protagonismo delle donne?



Donatella Bersani è laureata in Storia contemporanea con una tesi sul suffragismo italiano di inizio Novecento. Attiva nel movimento delle donne italiano ed europeo dalla fine degli anni Novanta, ha contribuito alla costruzione di numerose reti e iniziative pubbliche sulla questione dei diritti femminili, tra cui la Marcia Mondiale delle donne; ha redatto il manifesto per il Comitato per il sì in occasione del  convegno “Fecondazione assistita: No ad una legge crudele” (nell’ambito della campagna referendaria in materia di procreazione assistita); ha partecipato al seminario “Donne insieme per un mondo altro” organizzato in preparazione del Forum sociale europeo di Parigi. Per scrivere Indignate, il tempo delle donne, Donatella Bersani si è avvalsa della consulenza editoriale di Donatella Coppola, Claudia Lo Presti, Michela Puritani, Pamela Strafella.

DALL’INTRODUZIONE:
Vivere da funambole significa camminare perennemente su un filo, mantenere salda la concentrazione e rifuggire le distrazioni, imporre a ogni muscolo del nostro corpo di conservare la giusta contrazione per nonalterare il sottile equilibrio che ci impedisce la caduta nel vuoto, guardarci intorno senza disarticolare il nostro procedere. Vivere da funambole significa sapere che in ogni momento della nostra vita dobbiamo tenere presente la possibilità, concreta e reale, di cadere nel vuoto.
L’equilibrio instabile che caratterizza la vita delle donne nel nostro Paese è per molti versi simile a quella di chi, appunto, vive in punta di piedi su un filo sospeso nel vuoto, nella costante incertezza della riuscita del passo successivo, nell’incognita della piega che prenderà il cammino futuro e nel disperato tentativo, comunque, di andare avanti.
La precarietà del presente abitato dalle donne assumemolteplici forme e investe ogni aspetto della loro vita: quello lavorativo e quello privato, quello che concerne la collocazione nel mondo del lavoro e nella vita pubblica e quello che riguarda, invece, la sfera intima e personale, condizionando affetti e relazioni.
Questo libro, che vuole essere una sorta di fotografia di una realtà dai contorni sempre più incerti, trae spunto dalla ricca letteratura e dai molteplici studi che si sono occupati della condizione femminile nei vari ambiti della società, per provare a definire il ruolo che la donna assume all’interno del mondo del lavoro, nella famiglia e nell’immaginario collettivo.
Nonostante l’avanzamento in termini di diritti,uguaglianza e libertà ottenuti dai movimenti delle donne negli anni Sessanta e Settanta e nonostante i cambiamenti intercorsi nella società negli ultimi anni – basti pensare al massiccio ingresso delle donne nel mondo del lavoro, all’aumento del loro grado di istruzione e della loro qualificazione in ambito professionale, alle modificazioni realizzatesi con fatica nell’ambito della famiglia e delle relazioni tra i sessi – è innegabile la permanenza di profondi fattori discriminatori che, ancora oggi, rendono le donne un soggetto lontano dal raggiungimento della piena uguaglianza e della cittadinanza paritaria nella società del xxi secolo.
Si tratta di un’esclusione incarnata in noti stereotipi dalle origini lontane e in modelli culturali profondamente radicati, ma anche in nuove e inedite dinamiche di oppressione che fanno della vita delle donne in Italia una continua e faticosa corsa a ostacoli: bassa occupazione, discriminazione sul posto di lavoro, assenza dai luoghi di potere della politica e dell’economia, mancata condivisione del lavoro di cura all’interno della famiglia, assenza di servizi a sostegno della maternità.
La prima parte di questo libro ha dunque la funzione di tracciare, senza la pretesa di fornire un quadro esaustivo della molteplicità dei problemi di cui ci stiamo occupando, i contorni di questa realtà, affrontando separatamente i quattroambiti che abbiamo ritenuto essenziali: il mondo del lavoro e della precarietà in senso stretto; quello della famiglia e delle dinamiche che ancora determinano la separazione dei ruoli al suo interno; quello della violenza di genere, fisica e psicologica, subita dalle donne dentro e fuori le pareti domestiche e, infine, quello dell’immaginario collettivo, che ci restituisce un’immagine femminile contesa tra nuovi – e vedremo se reali – modelli di emancipazione e vecchie dinamiche di oppressione.
La seconda parte trae senso, invece, dalla testarda convinzione dell’esistenza di una possibilità di cambiamento e dalla registrazione di un presente nuovo, che ha visto una dirompente ripresa di parola pubblica da parte delle migliaia di donne che lo scorso 13 febbraio hanno riempito di voci, rabbia e colori differenti le piazze di numerosissime città italiane e non solo.
Scegliendo di andare oltre i fari puntati sul Rubygate e sugli scandali pubblici e privati di Silvio Berlusconi, che hanno animato per giorni il dibattito pubblico e fatto versare fiumi di inchiostro a giornalisti e commentatori, le donne scese in piazza quel giorno – giovani e meno giovani, precarie e pensionate, madri e donne single, lesbiche ed eterosessuali – hanno chiesto e rivendicato insieme e con determinazione condizioni di vita e di lavoro migliori.
Nella convinzione che le donne non abbiano mai abbandonato la forza e il coraggio di esprimere il proprio dissenso nelle diverse modalità e con le variegate sfumature di cui sono capaci – attraverso l’adozione di strategie di resistenza individuali e collettive – crediamo comunque che, a partire da quel giorno, si sia prodotta una dinamica nuova che le ha viste nei mesi successivi occupare uno spazio pubblico non sovrapponibile all’ambito delle istituzioni, ma che si caratterizza come lo spazio delle piazze in cui manifestare e di altri luoghi possibili in cui far vivere narrazioni diverse.
In appendice infine sono state inserite una serie di brevi interviste a dimostrazione della forza e della capacità delle donne di mettere in piedi esperienze di lotta, di auto-aiuto, di sostegno reciproco, di resistenza all’erosione di diritti, di riappropriazione di un protagonismo negato, non rinunciando mai all’azione e alla pratica della condivisione, nella convinzione che la soluzione non sta nel camminare da sole, ma nel mettersiinsieme e costruire coraggiosamente reti di supporto e di scambio solidale,perché la caduta, quando inevitabile, non produca un salto nel vuoto.
Senza la presunzione di fornire un’analisi teorica a esclusivo uso degli addetti ai lavori, ma credendo nella necessità di portare il dibattito sull’oppressione delle donne fuori dall’Accademia e dal consueto circuito femminista, questo libro si propone come un agile strumento per fornire a tutte le donne che continuano a mobilitarsi in questi mesi per i loro diritti, alcune chiavi di lettura e spunti di riflessione per aiutarle a comprendere le diverse sfaccettature della realtà in cui vivono e coinvolgerle in una discussione che troppo spesso le vede escluse.


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