Intervista: Nicoletta Bressan e le sue "50 legature" - Babywearing

GIVEAWAY ABBINATO!

Per inaugurare la nuova sezione del sito e per festeggiare con tutte le mamme (e non) lettrici, ho incontrato una consulente del portare che molte di voi conosceranno già, soprattutto per i suoi ottimi videotutorial.


"Mi chiamo Nicoletta e sono la persona che ha voluto e che sostiene il progetto Amrita Fascia Portabebé. Sono psicopedagogista, educatrice perinatale, insegnante di massaggio infantile AIMI, consulente del portare formata presso la Trageschule UK." 

 Così si presenta Nicoletta sul suo sito Amrita, dedicato alle fasce artigianali made in Italy.


Titolo: Nicoletta Bressan
Autore: Leghiamoci. Come usare la fascia portabebè in ogni situazione
Editore: Bonomi 

Leghiamoci è un manuale pratico per coloro che desiderino avvicinarsi al mondo del portare e, in particolar modo, all’uso della fascia portabebé. Oltre a offrire nozioni teoriche utili a comprendere come rispettare la fisiologia dei bambini dalla nascita fino ai due anni d’età e come trovare la fascia più adatta alle proprie esigenze, il libro contiene istruzioni e consigli fondamentali per imparare a portare in fascia, dalle legature più semplici a quelle più complesse, corredate da sequenze fotografiche dettagliate e approfondimenti.





Ciao Nicoletta, benvenuta su tuttosuilibri e grazie di aver accettato di inaugurare la nuova sezione dedicata ai libri sulla gravidanza, maternità (e non) e tutto ciò che ruota intorno a questo mondo. Prima di tutto, che libro hai sul comodino? E che genere di letture preferisci?

Ciao Irene e grazie a te per l'invito! Parto malissimo, ma almeno in sincerità: sul comodino in questo momento c'è un libro intitolato "How to be Happy (or at least less sad). A creative workbook" di Lee Crutchley, un volumetto ironico e meditativo che aiuta a scovare i lati piacevoli della vita e le cose belle che sono presenti intorno a noi anche quando ci si sente un po' giù di morale. Me lo ha regalato un amico di ritorno dagli Stati Uniti, sapendo che sto affrontando un periodo intenso, perciò ogni sera quando vado a letto ne leggo un pezzetto e, matita alla mano, faccio qualche esercizio.

In generale, preferisco le letture di settore (maternità e prima infanzia), i brevi romanzi (adoro Banana Yoshimoto) e le favole con una morale, anche quelle per bambini (dal Piccolo Principe all'Apicoltore di Fermine a Winnie the Pooh rigorosamente in lingua inglese e con disegni originali). Leggo spesso anche libri di meditazione, soprattutto quelli di Nhat Hanh.



Hai pubblicato con Bonomi editore un e-book dedicato alle legature. Ben 50! (No, non stiamo parlando di sadomaso :P). Quante donne in Italia sono portatrici?

È difficile dire con esattezza quante siano oggi le donne portatrici, mediamente una mamma su tre usa qualche supporto, ma spesso è una fascia elastica che ha imparato a legare da autodidatta o un marsupio non ergonomico. Negli ultimi anni la fascia elastica è entrata in commercio presso i negozi delle grandi catene, perciò viene spesso regalata come l'ultimo ritrovato per la cura dei bimbi, ma altrettanto spesso viene accantonata perché sembra troppo difficile o scomoda. Il panorama è vastissimo: c'è chi porta solo i primi tre mesi e chi prosegue anche oltre i due anni, c'è chi porta per molte ore al giorno e chi solo per sopravvivenza quando lo trova strettamente necessario, ci sono famiglie in cui sia la mamma che il papà portano, ci sono genitori che non possono più far a meno di stare accoccolati ai propri bimbi e mamme che hanno una fascia abbinata a ogni paio di scarpe che indossano...

La tradizione del portare si sta però diffondendo moltissimo e negli ultimi anni si è potuto assistere a una vera e propria svolta: mamme, papà, fratelli, nonni, zii, educatrici, hanno iniziato a capire che portare consente di fornire presenza e affetto ai propri bimbi mentre si possono svolgere le attività quotidiane in tranquillità e con le mani libere e, da questa consapevolezza, sta nascendo una rivoluzione ad alto contatto.


Il Babywearing per alcune persone sembra essere una moda, ma è invece una pratica molto antica e diffusa. Ce ne puoi parlare brevemente?

Il Babywearing è una pratica diffusa dagli inizi dei tempi e oggi visibile in molte popolazioni tradizionali, dove la medicalizzazione e la logica della separazione mamma-bambino non sono (per fortuna) ancora arrivate. Si ritrovano esempi in tutta l'Africa, ma anche nel Centro e Sud America, presso gli Inuit e in varie zone dell'Asia. Sono le cosiddette culture "ad alto contatto", in cui il parto avviene in maniera indisturbata, i piccoli sono spesso tenuti in braccio e portati, vengono allattati a richiesta e spesso dormono con i genitori. Uno stile educativo che si basa sul concetto che un bambino amato e supportato nei momenti in cui è più fragile sarà un adulto più indipendente e con un maggiore bagaglio per affrontare le avversità. In queste culture i piccoli vengono portati soprattutto sulla schiena e, a volte di fianco.

Anche in Italia si portava, fino al Medioevo circa: la testimonianza di questo si può ritrovare nel dipinto di Giotto (terminato intorno al 1300) della Cappella degli Scrovegni a Padova, in cui la Madonna porta il bambino con una stola. Dopo il Medioevo e l'Inquisizione, del portare non si ha più avuto traccia. La diffusione dei primi portabebé ad amaca e delle prime fasce si data in epoca moderna intorno agli anni 70-80, come pratica importata dall'estero, soprattutto Stati Uniti e Germania (molto dobbiamo a Erika Hoffman, la luminare fondatrice della Didymos)  anche se era un mercato molto di nicchia, conosciuto perlopiù da chi viaggiava; oggi se ne parla come se fosse, come dicevi tu, una nuova moda, mentre come si può notare è una tradizione iscritta anche nel nostro passato.



Tornando al tuo e-book, dove sei andata a trovare 50 legature?

Diciamo che ho cercato bene! Solitamente le varie scuole per consulenti insegnano 15-20 legature di base, in varie posizioni (con il bambino davanti, di fianco o dietro); poi però nella vita quotidiana, nelle consulenze, sui social, si trovano tanti genitori con diverse esigenze. Quando al centro del tuo lavoro ci sono le mamme e i papà che incontri nel quotidiano, cerchi continuamente di applicare la tecnica appresa nel percorso di studi alla pratica nella vita quotidiana, perché in fondo sei lì per aiutare e supportare quelle persone, non per diffondere un sapere rigido che non sempre riesce a rispondere a un bisogno reale. Ho quindi studiato qua e là, soprattutto all'estero, tramite letture, conoscenza diretta o tutorial di altre consulenti che come me cercavano soluzioni per adattare la fascia alle proprie esigenze, invece che esser obbligate ad adattare le proprie esigenze alla fascia di cui disponevano; in questa ricerca ho ottenuto un grande aiuto dalle consulenti della Babywearing International Inc. e da Hedwych Veeman, che con i loro consigli hanno supportato i miei studi. Mi preme dire che non è necessario sapere 50 legature per usare bene la fascia: spesso ne bastano 6 per soddisfare ogni esigenza; essere in grado di eseguire bene una legatura è molto meglio che conoscerne molte e farle tutte in maniera approssimativa. L'idea delle 50 legature nasce per offrire un panorama il più vasto possibile tra cui ognuno possa scegliere ciò che più risponde alle proprie necessità.



Parlaci del tuo progetto Amrita.

Il mio progetto nasce da una consulente wrap addicted che non riusciva a uscire dal tunnel degli acquisti e intanto continuava a chiedersi: "Ma possibile che in Italia non siamo capaci, con la tradizione tessile che abbiamo, di creare delle fasce qualitativamente alla pari o migliori, magari con un costo leggermente più contenuto, di quelle che continuiamo a rincorrere all'estero?". Mi sono allora messa a cercare dei tessitori e delle aziende che fossero in grado di ascoltare la mia richiesta, ma mi sembrava un mondo un po' chiuso, senza troppa voglia di rinnovarsi e sperimentare per questa nuova moda del momento, o forse ancora la mia idea non era totalmente pronta. Un bel giorno, per caso o per fortuna, mi ritrovo a parlare con un tessitore che, dopo un minuto di spiegazione, esordisce dicendomi: "Ah ma tipo il mei tai? Perché io ho una bambina di due anni e l'ho sempre portata in montagna con quello. Poi avevo anche una fascia ma non mi trovavo un gran bene..."; in quel momento è scoccata la scintilla. Abbiamo iniziato a collaborare, ognuno con la propria testa e le proprie idee, ma sempre con tanta curiosità e voglia di sperimentare e questa è la cosa che adoro di più: lavoro con una persona che una mattina si sveglia e si inventa una nuova struttura tessile, oppure che una sera prima di andare a dormire decide di raccogliere i fiorellini di campo per tingere a mano il filato. Insieme continuiamo a sperimentare varie tecniche di tessitura e a studiare le caratteristiche delle varie fibre (tutte naturali, di origine vegetale o animale), per poter soddisfare i vari bisogni di chi porta e per poter consigliare al meglio il filato che più risponde alle proprie necessità; non nascono tantissime fasce l'anno, ma tutto quello che viene immesso sul mercato è studiato e testato, nel rispetto della pelle dei più piccoli e dal punto di vista della tenuta del peso e dei lavaggi.  

Siamo stati i primi in Italia (e credo anche in Europa ma non ci ne ho ancora la certezza) a creare una fascia con fibra totalmente tinta a mano, da cotone grezzo, usando solo elementi naturali per la tintura (noce di galla per la mordenzatura e legno di campeggio per il colore).



In generale, scegliamo solo filati naturali pregiati, morbidi ma resistenti, con colori selezionati, certificati Oeko Tex Standard 100 Classe I, adeguati per accogliere i più piccoli e supportare il loro peso. I disegni sono unici, vengono realizzati a mano e poi digitalizzati per essere applicati a telaio. Ci si occupa poi della la tessitura, la quale avviene in un’azienda familiare italiana con una lunghissima esperienza alle spalle. La creazione è coronata con il taglio e la confezione singola di ogni portabebé, realizzata a mano. Insomma quello che arriva alle mamme e ai papà è un portabebé artigianale, espressione della tradizione italiana, creato con passione per supportare e rafforzare il legame con il proprio bambino.

Per me è personalmente è la realizzazione di un sogno, diffondere il babywearing in Italia attraverso l'uso di fasce portabebé totalmente italiane, nonché l'espressione della continua ricerca dei filati e della sperimentazione di metodi di tessitura differenti, cuore della tradizione tessile nostrana.


Cosa consigli a chi volesse avvicinarsi al Baby wearing? Come scegliere la fascia giusta? (io mi sto innamorando di tante fasce, è normale? La plume, mi sa che in breve...)

Io consiglio sempre di chiedersi, prima di scegliere il portabebé, per quale scopo verrà usato, cioè per cosa verrà usato. È differente cercare una fascia per fare lunghi spostamenti, gite, camminate, oppure da tenere anche in casa mentre si fanno i mestieri, rispetto a necessitare un supporto per brevi tragitti, magari dopo essersi spostati in macchina, oppure per continui su e giù quando i bimbi già camminano. Ovviamente dipende molto anche dall'età e dal peso del bambino e dalla voglia di mettersi in gioco dei genitori.  Ecco qualche indicazione:


·         La fascia elastica è un buon punto di partenza dalla nascita, ma viene lasciata molto presto appena i bimbi iniziano a pesare; inizialmente può sembrare più facile della rigida, ma è solo questione di pratica.

·         La fascia rigida, lunga (es. taglia 6) è in assoluto la più versatile, si possono fare molte legature per ottenere tutte le posizioni dei bimbi, si può usare dalla nascita fino a che i bimbi sono grandi; è inoltre l'unico supporto consigliato per i bambini con problemi di displasia dell'anca o ipotonia.

·         La fascia ad anelli è ideale per i brevi tragitti e per bimbi che camminano.

·         La fascia rigida più corta è un buon sostituto della fascia ad anelli per genitori che già hanno una certa manualità con le legature e per chi non vuole portare sempre con sé 4-5 metri di fascia.

·         Il mei tai è più strutturato, ottimo per chi è spaventato dalla lunghezza delle fasce, ma comunque adattabile, anche se si può usare solo a partire dai tre mesi del bimbo.

·         Il marsupio ergonomico è un buon supporto per bimbi già grandicelli, scarica meno il peso rispetto alla fascia ma è più compatto.

È normale, quando si usa molto la fascia, aver voglia di sperimentarne altre e di solito se ne hanno almeno due o tre (una/due lunghe, una corta o una ad anelli) per sfruttarle nei vari momenti a seconda delle necessità (es. la fascia quotidiana con cui ci si muove velocemente in città e la fascia della domenica o delle vacanze con cui si fanno le lunghe gite). Bisogna ammettere che ad un certo punto si entra in un tunnel di sperimentazioni, disegni, colori, blend, ci si appassiona; è consolante sapere che in questo ambito c'è un vasto mercato dell'usato, perciò è più facile comprare o rivendere anche quando ci si accorge che un supporto non fa più per noi (oppure quando mancano i fondi per comprare la nuova lavatrice!).




Grazie per averci tenuto compagnia. Progetti per il futuro? Un nuovo libro?

Ho in testa un guazzabuglio in questo momento! Non tutti lo sanno ma, per mantenere questo progetto, qualche anno fa ho iniziato a fare la commessa in un centro commerciale, perciò ho lavorato davvero giorno e notte per portarlo avanti. Ora mi sono lanciata: mi sono licenziata per avere più tempo da dedicare al mio sogno (incrociate le dita con me!) e sono davvero un tripudio di idee! Ho appena disegnato due nuove fasce e, per una in particolare, sperimenteremo uno stile ancora differente da quelli usati fino ad ora. In questi mesi sto girando varie fiere d'Italia per far conoscere il progetto in lungo e in largo e... sì, ci sarebbe anche un nuovo libro che per ora è solo abbozzato, perciò non mi voglio ancora sbilanciare; ma sicuramente sarete i primi a essere informati nel caso venga concretizzato.



Grazie mille a voi per avermi dato l'opportunità di raccontarmi!


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Per partecipare ai giveaway:
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3 commentare sotto il post del libro con partecipo, nome e cognome e email.
BUONA FORTUNA!

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