Recensione: Folle estate di Giulio Plinto

Titolo: Folle Estate
Autore: Giulio Plinto
Editore: Albatros - il Filo


Trama:
La folle estate è quella di Silvia, insegnante in un liceo statale e nella scuola privata di proprietà familiare, e di Samuele, poliziotto a suo modo "integerrimo". I due amanti vivranno avventure fuori del normale, tra corse di cavalli, tesori trafugati, truffe e leopardi "da compagnia". 

Recensione a cura di Samanta Catastini
Il libro racconta le vicende di una giovane coppia di fidanzati, Samuele, vicecommissario e Silvia, insegnante. Il tutto condito da fatti delinquenza che riguardano i personaggi principali stessi, anche loro ben lungi dal rispettare la legge. Così ci si addentra quasi subito nel mondo dell'ippica e delle corse truccate ,dello spaccio di droga, della corruzione dei finanzieri al trafugamento di beni artistici di valore. 
Insomma lo scrittore non ci fa mancare niente di illecito! Sullo sfondo le vicende italiane degli anni novanta, come la uno bianca, che viene ripresa in più parti. 
La storia non sarebbe male se fosse costruita su colloqui meno manzoniani, lunghi dei chilometri e a volte quasi enciclopedici. 
Si ha quasi l'idea che l'autore voglia mettere più fatti di cronaca possibile in bocca ai personaggi per ottenere infine un elenco noioso degli stessi.
Ottimo l'uso di un gergo romano, che però a volte viene soffocato dai discorsi infiniti... Il ragazzo ha stoffa, ma deve ancora tirarla fuori!

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