Recensione e intervista: "Immagina" di Yami
IMMAGINA
DI
YAMI
Autore: Yami
Editore: Sangel Edizioni
[...] Forse fu l’emozione per aver trovato un pezzo del mondo in cui era cresciuto, l’effetto dei profumi afrodisiaci che aveva respirato nella piazza accanto o la musica, ma si sentì invadere da un misto di benessere ed eccitazione e la sua anima vibrò più intensamente di quanto non aveva fatto nelle arene precedenti. [...] I suoi occhi si velarono ed incredibilmente la pupilla sparì. Cominciò ad emanare luce. I battiti accelerarono dentro il suo petto gonfio di energia.
La maglietta che stava indossando si tramutò in fasce bianche che gli avvolgevano il busto. Dalla sua schiena spuntarono le punte di un paio di ali che si allungarono e spiegarono in tutta la loro bellezza. [...]
A cura di Elena Romanello
Per molti editori il fantasy è ormai diventato un
cavallo di battaglia su cui puntare, con
risultati non sempre omogenei, e soprattutto non sempre originali. Può essere
interessante allora leggere una proposta della giovane casa editrice Sangel, e
cioè Immagina di Yami, un romanzo
fantasy ma non solo.
L'autrice, appassionata di tutto quello che è
Giappone, dai manga allo stile Gothic Lolita che indossa alle occasioni
letterarie, costruisce in quattrocento pagine la storia di Feo, ragazzo giapponese
di oggi, profondamente infelice e pronto a chiudersi in se stesso dopo una
delusione d'amore, finché una notte non riceverà una visita che cambierà
definitivamente la sua vita, risucchiandolo in Immagina, la terra dei sogni.
Certo, il viaggio in un mondo di fantasia non è una
novità, ma è interessante comunque la scelta di qualcosa che ha a che fare con
il subconscio e il mondo del sonno, che ricorderà agli appassionati di fumetti,
più che i manga, comunque presenti, l'universo onirico di Sandman di Neil Gaiman.
La terra di Immagina contiene in sé tutte le
caratteristiche di un mondo fantasy, compresi i pericoli, che sono gli Incubi,
entità crudeli e spaventose che perseguitano abitanti e ospiti: da Immagina non
si può tornare indietro, per cui la scelta di Feo è totale, ma si può morire
per mano degli Incubi, perché tutto non è così perfetto, anzi.
Omaggiando il Giappone, terra diventata protagonista
dei sogni e della fantasia di più di una generazione, l'autrice non nasconde i
problemi sociali del Paese del Sol levante, in particolare il fenomeno degli
hikikomori, ragazzi e ragazze particolarmente dotati e sensibili, che non
accettano una società competitiva e che si isolano in un mondo tutto loro
casalingo. Un problema sociale che sta sconvolgendo un Paese che ha fatto
dell'efficienza e della produttività a tutti i costi e che dal Giappone si sta
diffondendo anche altrove, con la complicità della crisi economica.
La scelta della fantasia come evasione e del viaggio
iniziatico come scopo dell'esistenza diventano quasi obbligate in questa
prospettiva, ed è interessante come l'autrice sa portare in un universo dove ci
sono reminescenze di altri, ma dove è tutto comunque molto originale, come Yami
stessa, interessata ad essere un personaggio oltre alle sue storie, perché c'è
da pensare che ci saranno nuovi sviluppi su questa vicenda.
Ecco cosa ha raccontato Yami su se stessa e sul
libro.
Come è nato il
tuo libro e perché hai scelto di scrivere un fantasy?
L'idea è nata da una serie di
riflessioni che mi sono ritrovata a formulare nel cuore della notte, quando il
silenzio e l'oscurità offrono l'atmosfera adatta per lasciarsi trasportare dai
pensieri. Riflettevo a tutto quello che avrei voluto realizzare e che non avevo
potuto fare a causa di difficoltà spesso familiari ed economiche e la mia
immaginazione si è intromessa prepotentemente nei miei pensieri, proponendomi
una via di fuga fantasiosa: immaginai che se in quel momento, fuori dalla porta
della mia camera da letto, si fosse aperto un varco verso un'altra dimensione e
fosse apparso una guida che mi invitava ad entrare lì dentro per cercare le
risposte di cui avevo bisogno.
Da sempre fantasy ed horror sono i
miei generi letterari preferiti e dal momento che le mie storie traggono
ispirazione da sogni ed incubi, la scelta non poteva che ricadere su questi.
Il genere
fantastico oggi va di moda, che ne pensi?
Il fantasy è sempre stato sottovalutato e alcuni,
ancora oggi, non lo considerano nemmeno un genere letterario, cosa che trovo
alquanto insensata visto che tutto ciò che viene scritto, anche se trae spunto
da situazioni reali, è sempre un prodotto influenzato dalla fantasia. Certo,
grazie all'impatto di libri di autori molto bravi, in testa la Rowling sul
pubblico, gli editori e i lettori stanno concentrando la loro attenzione sul
fantasy, che si sta rivelando molto ricco di sfumature e sottogeneri, oltre ad
essere portatore di numerosi messaggi e simbologie importanti molto più vicine
con la realtà di quello che si possa immaginare. Stiamo vivendo più che una
moda una riscoperta del fantastico. E comunque penso che uno scrittore sia un
sognatore che vola tra le nuvole con i piedi piantati per terra.
Per saperne di più sul libro e l'autrice
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