Intervista a ELISABETTA BRICCA scrittrice di Harlequin Mondadori
Ciao Elisabetta, benvenuta nel mio blog e grazie per la tua disponibilità.
E’ una mamma e una moglie felice, una persona disordinata, una cuoca che ama sperimentare, un’animalista e una viaggiatrice molto disorganizzata.
Quando è nata questa tua passione per la scrittura e cosa rappresenta per te?
La scrittura rappresenta Me, la mia essenza più profonda. Non riesco a immaginare un giorno senza scrivere, è il mio modo di esprimermi. Non c’è un momento in cui posso ricordare che sia nata la passione per la scrittura… direi che mi ha sempre accompagnata.
Che consiglio daresti a chi sta cercando una casa editrice e qual è stata la tua esperienza a riguardo?
Di selezionare quella a cui mandare il manoscritto sulla base della storia che si è scritta. E’ inutile proporre un giallo a chi pubblica romance e viceversa. Di evitare le case editrici che cercano un contributo e , se possibile, l’autopubblicazione. La mia esperienza a riguardo non credo possa fare testo: ho scritto il manoscritto, l’ho mandato ed è piaciuto; ma… e c’è un ma, la gavetta è iniziata dopo in fase di editing. Ho lavorato, lavorato, lavorato.
Tu scrivi niente di meno che per Harlequin Mondadori. Il tuo primo libro “Sangue Ribelle” è stato un successo. Ce ne parli?
Link:
Sito Ufficiale Elisabetta Bricca
Book trailer D'AMORE E DI VENTURA
Ciao Irene. Grazie a te per avermi dato l’opportunità di parlare un po’ del mio “lavoro”.
Chi è Elisabetta Bricca quando non scrive?
E’ una mamma e una moglie felice, una persona disordinata, una cuoca che ama sperimentare, un’animalista e una viaggiatrice molto disorganizzata.
Quando è nata questa tua passione per la scrittura e cosa rappresenta per te?
La scrittura rappresenta Me, la mia essenza più profonda. Non riesco a immaginare un giorno senza scrivere, è il mio modo di esprimermi. Non c’è un momento in cui posso ricordare che sia nata la passione per la scrittura… direi che mi ha sempre accompagnata.
Che consiglio daresti a chi sta cercando una casa editrice e qual è stata la tua esperienza a riguardo?
Di selezionare quella a cui mandare il manoscritto sulla base della storia che si è scritta. E’ inutile proporre un giallo a chi pubblica romance e viceversa. Di evitare le case editrici che cercano un contributo e , se possibile, l’autopubblicazione. La mia esperienza a riguardo non credo possa fare testo: ho scritto il manoscritto, l’ho mandato ed è piaciuto; ma… e c’è un ma, la gavetta è iniziata dopo in fase di editing. Ho lavorato, lavorato, lavorato.
Tu scrivi niente di meno che per Harlequin Mondadori. Il tuo primo libro “Sangue Ribelle” è stato un successo. Ce ne parli?
Sangue Ribelle è stato il primo amore. Sono legatissima a questo libro che, però, ho scritto da “debuttante”, pur con tanto, tantissimo lavoro dietro. Si svolge nel XVII secolo, tra la Francia, l’Irlanda e l’Inghilterre ed è la storia di Shane O’Neill, l’ultimo capoclan degli O’Neill, e di Satine de Roumier, una baronessa francese. E’ in parte ambientato anche a Versaille, alla corte del Re Sole, una location di cui ho amato scrivere.
Altre scrittrici che ho intervistato mi hanno parlato con molto entusiasmo di un tuo progetto: Officina Italiana Romance. Di cosa si tratta? Ce ne parli?
Officina è un progetto che mi sta particolarmente a cuore, la percepisco come una grande famiglia creativa, in continuo divenire. In sostanza, si tratta di una Factory in cui le autrici, pubblicate e non, possono mettersi in discussione attraverso il confronto e l’esperienza. A tale proposito, noi di Officina stiamo organizzando un workshop di scrittura creativa romance il 30 e 31 ottobre a Roma. Le docenti saranno tutte d’eccezione: Mariangela Camocardi, Theresa Melville, Carla Maria Russo e Sylvia Z.Sumemrs, solo per citarne alcune. Dall’America avremo come ospiti dive del romance come Mary Jo Putney, Jo Beverley e Deanna Raybourn candidata, quest’anno, per il RITA.
Tra breve, il 1 agosto sarà disponibile in edicola il tuo tanto atteso secondo libro : “D’amore e di ventura”. Altro romanzo storico, dove Cesare è però un antieroe. Bello e dannato? Ce ne parli?
Be’, Cesare è uno che ha proprio il dente avvelenato, ma d’altronde ho sempre amato i “cattivi ragazzi”.
La storia è ambientata nel 1438 in Italia e, in particolar modo, a Venezia, e narra della lenta risalita dalle tenebre verso la luce di un capitano di ventura, Cesare Mocenigo per l’appunto, grazie al candore e all’amore di una giovane donna, Viola Ripamonti Sforza. Le avventure non mancheranno e, ti assicuro, nemmeno la passione.
Da lettrice quale il libro che ti porti nel cuore e perché?
Nessun dove e American Gods di Neil Gaiman e Jane Eyre di Emily Bronte. Spiegare il perché non è semplice: io sono un tipo che avverte le sensazioni a “pelle”, un libro deve prendermi il cuore, prima che la testa.
Stai già scrivendo qualcosa, quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho tanti progetti, di cui, forse, è prematuro parlare. Posso dirti che quello a cui sto lavorando ora è ambietanto nel 1862 in Irlanda, durante la Grande Carestia, ed ha come protagonisti un marchese socialista che si batte per i diritti degli irlandesi e una giovane maestra dal carattere fiero, iscritta alla Fratellanza Feniana, tutto questo in un clima di forte tensione politica e sociale, all’alba della nascita dello Sìnn Fein. Il romanzo a seguire sarà un historical crime di epoca vittoriana.
Io ti saluto e ti ringrazio tanto per la tua disponibilità. Vuoi aggiungere qualcosa?
Grazie a te Irene, è stato un vero piacere. Vorrei mandare un bacio a te e a tutte le ragazze che mi sostengono e mi seguono con passione e affetto. Grazie davvero di cuore a tutte!
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