Recensione: UNA PICCOLA LIBRERIA A PARIGI - NINA GEORGE


Titolo: Una piccola libreria a Parigi
Autrice: Nina George
Pagine: 308 pp.
Editore: Sperling & Kupfer
Trama: Jean Perdu ha cinquant'anni e una libreria galleggiante ormeggiata sulla Senna, la "Farmacia letteraria": per lui, infatti, ogni libro è una medicina dell'anima. Da ventun anni vive nel ricordo dell'amata Manon, arrivata a Parigi dalla Provenza e sparita all'improvviso lasciandogli soltanto una lettera, che Jean non ha mai avuto il coraggio di aprire. Ora vive solo in un palazzo abitato dai personaggi più vari: la pianista solitaria che improvvisa concerti al balcone per tutto il vicinato, il giovanissimo scrittore in crisi creativa, la bella signora malinconica tradita e abbandonata dal marito fedifrago. Per ciascuno Jean Perdu trova la cura in un libro: per tutti, salvo se stesso. Finché decide di mettersi in viaggio per cercare la donna della sua vita. Verso la Provenza e una nuova felicità.

Recensione a cura di Stefania Scarano:
Monsier Perdu ha 50 anni e vive a Parigi, solo in tutti i sensi da vent'anni, il suo mondo sono solo i libri ed infatti è il titolare di una farmacia libraria dove vende o meglio consiglia libri come fossero medicine per l'anima. L'arrivo nel suo palazzo di Catherine, lasciata dal marito, lo riporterà indietro al suo amore giovanile e, complice una lettera dimenticata in un cassetto, a scoprire la verità sulla sua fine.

La libreria di Jean Perdu è su una barca ormeggiata ormai da anni, in uno slancio di vitalità, però, egli decide di liberarla verso il mare e si ritrova come compagno di viaggio un giovane e famoso scrittore in crisi, anche egli suo vicino di casa, Max. Tra i due si instaurerà un bel rapporto, quasi padre-figlio che sopperisce alle rispettive mancanze di tali figure.

Durante il viaggio, le loro vite si arricchiscono di storie ed esperienze nonchè di conoscenze perchè la libreria galleggiante si arricchisce di occupanti che non voglio svelarvi.

La verità, dolorosa, emerge pian piano e Jean, da "perduto" finalmente ritrova se stesso ed è pronto ad amare di nuovo. Perchè l'amore non può essere una condanna e senza non è vita.

All'inizio il romanzo è un po' lento, la sofferenza di Jean lo ha annientato, la sua è una vita passiva quasi sempre e così il suo nome sembra calzargli a pennello.

L'autrice accomuna cucina e libri, due delle mie passioni come sapete, verso la fine ci regala quindi delle ricette di cucina provenzale citate nel romanzo.

Infine, troviamo un prontuario da farmacista dell'anima, con suggerimenti libreschi per ogni sorta di pena o quasi.

Originale e molto intimo, vengono trattati i temi dell'amore nelle sue forme, della morte e dell'amicizia attraverso le storie di tutti i personaggi e non solo del protagonista.

Sposa l'idea che la lettura possa lenire le ferite, aiutarci a riflettere su alcune cose anche se, la vita va vissuta e come lo stesso Jean dice, il libro più importante è quello che viviamo giorno per giorno.

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