Recensione: Lingua in bocca di Miss Seline
Lingua in bocca
di
Miss Seline
Titolo: Lingua in bocca
Autore: Miss Seline
In vendita su Amazon.it
Prezzo: 2,68 euro
Recensione a cura di Franco Forte
Charles
Bukowski al femminile? Be’, per certi versi sarebbe facile affibbiare questa
definizione alla misteriosa Miss Seline (pseudonimo dietro a cui si cela un’autrice
italinissima), se non altro per il modo che ha di raccontare le sue storie, e
per il piglio dei protagonisti dei suoi racconti, aggregati in questa antologia
dal titolo che incuriosisce. Da’altra parte, ritengo che una definizione del
genere sarebbe riduttiva, perché diversamente da Bukowski, re assoluto della
trasgressione alcolico-sessuale, nei racconti di Miss Seline compare a tinte
forti (ma non rosa) la componente femminile, che l’autrice non riesce a tenere
a bada nemmeno quando costruisce dei
protagonisti maschili. E’ una questione di sentimenti e di prospettive, più che
di linguaggio e di azioni (questi sì bukowskiani), e lo capiamo fin dalla
scelta del punto di vista narrativo, che viene assegnato a quello che dovrebbe
essere l’alter ego dell’autrice: una donna che ogni notte posiziona il suo
furgoncino Minonzio sotto i piloni dell’autostrada, nella periferia di una
città che non è difficile identificare come la capitale meneghina, e mentre
distribuisce panini, alcolici e Coca Cola agli sbandati della notte, ascolta i
loro racconti, tragici, folli e sconclusionati, e li riporta al lettore.
Certo, a
guardare la copertina di “Lingua in bocca”, quelle gambe magnifiche calzate da
scarpe che ben si adattano a uno dei personaggi dell’ultimo racconto della
raccolta (“Profilo di platino”), e che sappiamo essere le gambe dell’autrice
stessa, non è facile credere che la voce narrante dell’antologia possa
agghindarsi in quel modo, mentre serve ai tavoli del suo furgoncino (se fosse
così, ditemi dov’è, che corro subito a vedere!), eppure c’è una correlazione
fra tutti gli elementi che compongono questo libro, e che ci dà il quadro
preciso della scrittrice con cui abbiamo a che fare: racconti tosti, senza
recriminazioni, fatti di lacrime, sangue e irriverenza; belle gambe offerte in
modo spavaldo al lettore; pseudonimo di garanzia per chi sa che i suoi racconti
ci vanno giù pesante; una voce narrante fredda e distaccata che rappresenta
l’anima indifferente della società che assiste ogni giorno al degrado delle
periferie, e che non può fare nulla per invertire il processo.
Tutto
questo in un ebook da 2,68 euro, una cifra più che abbordabile per chiunque
voglia dedicarsi non alla solita lettura pulp
da sottoscala, ma a un prodotto di rabbia e furia genuine, che si fa apprezzare
per i significati profondi e per il modo del tutto inusuale che ha di parlare
ai lettori, senza i filtri anemici della retorica letteraria di questi ultimi
tempi.
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