Recensione de Il Segreto dell'Oca Dorata

copertina libro


Titolo: Il Segreto dell’Oca Dorata
Autore: Francesco Altan
Casa editrice: Terra Ferma
Pagg.:130



Trama

Il romanzo, ambientato in Friuli e nel vicino Veneto a metà degli anni ’50, narra della ricerca di una preziosa, quanto insolita ricetta sulla preparazione di un piatto prelibato che garantirebbe a chi l’assaggia un’eterna giovinezza. Di antichissima tradizione cinese essa è giunta fino a noi attraverso i secoli fra mille peripezie. La ricetta, per secoli gelosamente conservata da uomini di fede, custodi dei terribili segreti che essa nasconde, è attivamente ricercata anche da un manipolo di ex-ufficiali nazisti che sognano di ridar vita al III Reich. Per impossessarsene e usarla per i loro piani criminali, essi ingaggeranno una lotta spietata e senza esclusione di colpi. Costoro tuttavia dovranno fare i conti con agenti del Mossad, il servizio segreto israeliano, che riusciranno a impedirne il trafugamento e a scongiurare le conseguenze catastrofiche che deriverebbero da una sua divulgazione.
La ricerca della ricetta diviene anche pegno d’amore fra due fidanzati, Toni e la bellissima Maria. Essi si troveranno di fronte a sfide e a ostacoli spesso insormontabili che metteranno a repentaglio la loro vita, per suggellare la promessa fatta ad un religioso, dotto e sapiente, che ha scelto proprio i due giovani per tramandare e custodire il segreto della leggendaria ricetta.

Recensione

Francesco Altan, in questo suo romanzo primo che precede di qualche anno la pubblicazione di Dietro la Maschera di Unabomber per i tipi di Robin Edizioni, evoca con linguaggio semplice e suggestivo il nostro recente passato che sembra oramai solo un lontano ricordo:  il lento incedere delle stagioni con i loro profumi, i colori, i suoni - quando ci si fermava ad osservare, con stupore ed  abbandono, i paesaggi che abbiamo dimenticato e forse non esistono più. E ci fa riscoprire anche il gusto per i cibi semplici e genuini che rappresentavano una festa nell’incontro e nei convivi a rinnovare e consolidare amicizie e legami familiari. Natura e uomo che si compenetravano in un tutt’uno indissolubile.
Natura idilliaca, pura e incontaminata, intrisa di spiritualità che fa da contraltare ad inseguimenti,  rapimenti, congiure e delitti,  fino all’inatteso finale.
Un racconto a binario doppio, dove le scene d’azione o la violenza si stemperano nella delicata storia d’amore e nella descrizione di tradizioni popolari perdute che hanno fatto da collante per generazioni e che ora rischiano di morire nella frenesia dei nostri giorni e del vivere quotidiano.
La ricetta è però anche metafora della vita: i due giovani, investiti di un compito all’apparenza più grande di loro, diventano sì testimoni di questa spasmodica e spesso affannosa ricerca, ma imparano anche il faticoso cammino che porta ad una conoscenza reciproca, in cui è l’attesa di un evento a farsi vera protagonista, non la consumazione frettolosa dello stesso: il sogno di una vita e il coronamento della loro struggente storia d’amore, così lungamente accarezzati, troveranno alla fine il giusto e meritato compimento nel tempo che è stato loro riservato.

Maria Irene Cimmino

Commenti

  1. Ancora una volta, Maria Irene Cimmino dimostra la sua innata capacità di recensire. Ogni libro è un grande contenitore, ma Lei riesce a condensarlo e a renderlo appetibile in poche frasi.
    Francesco Altan

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  2. Mi fai venire fame, di libri e di tagliatelle, di intrighi e di profumi. E penso sia di questo che ti dovrebbe venir voglia leggendo una recensione: di perderti in un mondo perfetto, dove qualcuno ha già deciso tutto, e tu non devi far altro che assaggiare ogni parola.
    Brava. C.

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