Recensione: A LUPITA PIACEVA STIRARE di LAURA ESQUIVEL


Titolo: A Lupita piaceva stirare
Autrice: Laura Esquivel
Pagine: 191 pp.
Editore: Garzanti

Trama: Fuori, Città del Messico splende delle luci della notte e il rumore della città si leva alto. Lupita non vuole sentire. Ha chiuso tutte le finestre, ha abbassato tutte le tende. Vuole stare sola e cercare di non pensare. E l'unico modo in cui riesce a farlo è stirare. Il gorgogliare dell'acqua che si scalda, il vapore denso che offusca la vista, il profumo dei panni puliti che si intensifica nell'aria hanno il potere di calmarla. Perché le ricordano sua madre e la felicità di quando era bambina. Ma quei tempi sono ormai lontani, Lupita è diventata una poliziotta e oggi ha fallito nel compito che le era stato affidato, proteggere un politico durante un trasferimento. Le sue mani tremano ancora e questo la riporta a una notte di tanti anni prima, quando la sua vita si è interrotta. Perché Lupita è una donna spezzata e il suo cuore è chiuso in un nodo di dolore che nasconde un segreto del suo passato che non può dimenticare. Ma adesso la sua vita è in pericolo, perché durante la missione Lupita ha visto qualcosa che non doveva vedere. Per salvarsi deve indagare e trovare i reali colpevoli, anche se questo rischia di riaprire le ferite del suo cuore. Ma solo così, forse, potrà riaffacciarsi alla vita e all'amore...
 
Recensione a cura di Stefania Scarano:
Il titolo può trarre in inganno, è il titolo del primo capitolo e di fatti ogni capitolo inizia con "a Lupita piaceva ...". Lupita non è infatti una domestica, ma una poliziotta che nello stirare raccoglie le idee visto che spesso le attività manuali portano a distendere la mente.

Lupita è turbatata perchè ha assistito alla morte di un delegato politico che le stava molto a cuore, le dinamiche non sono chiare e così iniziano le sue indagini. Le vicende si snodano in un Messico assoggettato ai narcos dove corruzione, spaccio e violenza dilagano pertanto le indagini saranno rese difficili dalla criminalità locale con cui Lupita ha già avuto dei trascorsi. 

La protagonista è una donna forte e fragile allo stesso tempo, nella vita ne ha passate molte, a volte subendo da innocente ed altre andandosele a cercare per cui vive in un turbamento continuo.

Lupita imprime nel lettore diverse riflessioni, contrappone il consumismo al vivere secondo natura, indaga l'animo umano e si interroga su cosa sia alla radice dei mali del mondo, tra cui le dipendenze.

I numerosi aneddoti sulle tradizioni azteche e degli indigeni preispanici rendono il romanzo a suo modo istruttivo, mi piace conoscere altre culture e così ho trovato questi trafiletti molto interessanti.

La lettura è stata molto scorrevole, il ritmo è incalzante e si ha sete di conoscenza nei confronti sia della vicenda, come in ogni giallo che si rispetti, che nei confronti della protagonista, quasi si trattasse di un romanzo biografico ed introspettivo, probabilmente perché è entrambe le cose insieme.

Alla fine del romanzo ci sono le sinossi di altri romanzi dell'autrice e, sebbene la conoscessi già di fama, si sicuro ora sono più propensa a leggerne altri titoli.

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