recensione: LA LUCE SUGLI OCEANI di M. L. Stedman


Titolo: La luce sugli oceani
Autore: M. L. Stedman
Pagine: 370 pp.
Editore: Garzanti

Trama: Isabel ama la luce del faro tra gli oceani, che rischiara le notti. E adora le mattine radiose, con l'alba che spunta prima lì che altrove, quasi quel faro fosse il centro del mondo. Per questo ogni giorno scende verso la scogliera e si concede un momento per perdersi con lo sguardo tra il blu, nel punto in cui i due oceani, quello australe e quello indiano, si stendono come un tappeto senza confini. Lì, sull'isola remota e aspra abitata solo da lei e suo marito Tom, il guardiano del faro, Isabel non ha mai avuto paura. Si è abituata ai lunghi silenzi e al rumore assordante del mare. Ma questa mattina un grido sottile come un volo di gabbiani rompe d'improvviso la quiete dell'alba. Quel grido, destinato a cambiare per sempre la loro vita, è il tenue vagito di una bambina, ritrovata a bordo di una barca naufragata sugli scogli, insieme al cadavere di uno sconosciuto. Per Isabel la bambina senza nome è il regalo più grande che l'oceano le abbia mai fatto. È la figlia che ha sempre voluto. E sarà sua. Nessuno lo verrà a sapere, basterà solo infrangere una piccola regola. Basterà che Tom non segnali il naufragio alle autorità, così nessuno verrà mai a cercarla. Decidono di chiamarla Lucy. Ben presto quella creatura vivace e sempre bisognosa d'attenzione diventa la luce della loro vita. Ma ogni luce crea delle ombre. E quell'ombra nasconde un segreto pesante come un macigno, più indomabile di qualunque corrente e tempesta Tom abbia mai dovuto illuminare con la luce del suo faro.

Recensione a cura di Stefania Scarano:
Una mattina Isabel sente un pianto lontano, crede sia il vento ma ben presto suo marito Tom la chiama dicendo di aver scorto una barca sulla spiaggia. Tom è il guardiano del faro di una piccola isola tra due oceani, i due non riescono ad avere figli e così da alcuni anni vivono in completa solitudine. Il desiderio di maternità di Isabel è così forte che accoglie con gioia la piccola trovata viva sulla barca e chiede al marito di ritardare a riportare il naufragio per potersela godere un pò.
C'è quindi un feedback nella storia che riporta a quando i due si sono conosciuti e come si siano innamorati fino ai primi tempi del loro matrimonio.
Si ritorna, quindi, al giorno del ritrovamento della piccola nell'aprile del 1926.
Le danno nome Lucy perchè, come il faro per l'oceano, la piccola porta "luce" sull'isola, credendola ormai orfana Isabel insiste con Tom per tenerla con loro ed egli, alla fine, acconsente per ridarle un pò di gioia dopo i vari bimbi persi e l'ennesimo recente aborto spontaneo.
La bimba cresce sana e forte e alla sua prima vacanza sulla terraferma riceve il Battesimo. E' in quest'occasione che Isabel e Tom vengono a conoscenza delle origini della bimba e questo li metterà non poco in subbuglio tormentandoli su cosa sia giusto fare o meno con lei.
Potrà la verità restare un segreto solo per Isabel e Tom o verrà fuori prima o poi? Non voglio dirvi altro per lasciarvi un pò di suspance.
Un romanzo davvero toccante che sfiora le corde del cuore raccontando di rapporti familiari, perdite, fiducia, amore e perdono.
Linguaggio fluido e scorrevole che fa letteralmente divorare le pagine.
Interessante che alla fine del romanzo ci sia un'intervista all'autrice che aiuta anche a spiegare alcune sue scelte.

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