Dedicato a... Cristiana Pivari e i suoi libri
Io e Cristiana ci siamo conosciute in quanto colleghe, infatti collaboriamo entrambe con alcune riviste femminili. Ma bando agli indugi e andiamo a conoscerla.
Benvenuta, Cristiana, grazie per la tua disponibilità. Sei un'autrice molto
prolifica. Collabori con varie riviste, contribuendo con racconti e romanzi, ti
sei occupata di teatro e di testi teatrali, fino all’approdo nella libreria.
Come è nata la tua carriera letteraria?
Grazie a te per questa bella opportunità. La mia
carriera, se vogliamo chiamarla così, è nata per caso in quanto mai avrei
pensato di scrivere qualcosa che sarebbe stato letto da molti, ma nel 1999 dopo
un dolorosissimo lutto, ho scoperto nella scrittura un modo dolce per poterlo
elaborare e mi ci sono buttata a pesce e il mio trascorso di lettrice accanita
mi ha facilitata molto.
Scrivere per le riviste non è un mestiere facile, anche se non tutti ne sono
consapevoli, bisogna avere ogni giorno nuove idee, strutturarle in racconti
vincolati a lunghezze prestabilite. Dove trovi le idee e in quale momento della
giornata le trasformi in racconto?
La collaborazione con le riviste è molto recente e
risale al marzo del 2010. Le idee mi vengono dalla vita di tutti i giorni e non
mi è difficile cogliere lo spunto per poi far partire la storia
dall'osservazione delle persone perché adoro farmi gli affaracci altrui, in
senso buono naturalmente. Sono molto curiosa e le mie amiche, quando mi raccontano
qualcosa di molto intimo, ora, mi chiedono spesso il favore di non farle finire
sul giornale e io rispetto questa loro richiesta, ma qualche spunto lo rubo
comunque. Giro sempre con un quadernetto nella borsa dove prendo nota di quel
che accade intorno a me e poi, una volta a casa, amplio e narro. Scrivo
soprattutto di sera, ma anche nei pomeriggi liberi dal lavoro e nei fine
settimana.
Quali sono le tue letture preferite?
Mi piace leggere di tutto, dai classici ai libri
storici, passando per la narrativa d'evasione e i libri per ragazzi. Mi sono
divorata i libri della saga di Harry Potter, per esempio, ma i classici
rimangono la mia lettura preferita perché c'è un sacco da imparare. Sto
rileggendo Dostoevskij in questi giorni.
E il tuo autore preferito?
Il mio autore preferito è Charles Dickens, in
assoluto, al quale ho voluto fare un piccolo omaggio con il mio libro per
ragazzi “Quello strano bambino dai pantaloni di velluto” edizioni Ciesse.
È un premio con un nome che suona bene, ma non bisogna
confonderlo con quello molto più prestigioso riservato ai libri editi e agli
autori famosi. Comunque sia la cosa che mi viene meglio sono i racconti, quindi
ne avevo qualcuno nei file del pc. Ho visto che c'era questo concorso e allora
mi sono messa a scrivere giorno e notte come una matta, anche perché mancavano
pochi giorni alla scadenza. Erano racconti di vita che non avevano nulla in
comune fra loro e a quel punto urgeva un titolo che li accomunasse. Erano
scritti tutti in prima persona e voilà, il titolo era trovato! Mandata la
raccolta non ci ho pensato più, finché non mi è arrivata la comunicazione della
vincita, un'emozione fortissima e la gioia che qualcuno avesse apprezzato il
mio modo di scrivere. Sono andata a Roma per la premiazione ed è stato un
bellissimo momento. Da quel momento è iniziata l'era della partecipazione ai
concorsi letterari e devo dire che mi è andata piuttosto bene fra vincite e
piazzamenti.
Quest’anno è uscito Crisalide Rosa. Come è nata l’idea di questo romanzo?
Crisalide rosa era già uscito in ebook nel settembre
del 2010 e l'idea di scriverlo mi è nata dall'esigenza di raccontare le ragazze
d'oggi per riscattare un po' il ruolo che ha avuto la generazione precedente,
alla quale appartengo, che tanto ha contestato ma non è stata in grado di
portare a termine nella maniera migliore, tutti i propositi che si era fatta.
Racconto di Silvia che si dibatte nella vita di tutti i giorni per trovare una
sua collocazione nel mondo, inseguendo l'idea di felicità. Naturalmente tutto è
trattato in modo ironico, che è poi la mia maniera di scrivere preferita e che
mi viene meglio, perché sono convinta che tanti dei nostri malesseri derivino
dal fatto che ci prendiamo troppo sul serio. Take it easy, è la formula per vivere sereni.
A quale target di lettori ti rivolgi con il tuo romanzo?
Tutti possono leggere Crisalide, perché per tutti c'è
un posticino dove possono identificarsi, anche i maschietti.
Chi è Cristiana Pivari nella vita di tutti i giorni?
Domanda difficilissima alla quale rispondo in maniera
semplice: è una donna di cinquant'anni passati, oddio che impressione, che va a
spasso con il cuore di una ventenne e deve ancora capire che cosa farà da
grande e nell'attesa di scoprirlo, cataloga libri in un archivio.
Che progetti letterari hai per il futuro?
Intanto intendo promuovere i miei libri perché la
pubblicazione è solo l'inizio e poi sono in uscita due antologie alle quali ho
contribuito. La prima è “Code di stampa” delle Edizioni Le Gru, che tratta di
animali e i cui proventi andranno a Save
the dog e l'altra dal titolo “Favole, racconti e dintorni” per la Eracle
Edizioni è una raccolta di scritti a carattere didattico.
Stai lavorando a qualcosa?
Sto allestendo una mostra collettiva narrata con amici
artisti e poi finirò il mio romanzo che ho iniziato ancora nel 2007 e se non ci
riesco inizio a scrivere quello che ho in testa.
Ti saluto e ringrazio per esserti raccontata un po’. Vuoi aggiungere qualcosa?
Ti saluto e ringrazio per esserti raccontata un po’. Vuoi aggiungere qualcosa?
Grazie a te. Aggiungo che
voglio spezzare una lancia a favore dei social network. Grazie a Facebook ho
pubblicato i miei libri, tutti rigorosamente senza contributo, per via di
dritte da parte dei miei amici virtuali, sono entrata in contatto con delle
persone fantastiche e con alcune di loro ora ho anche un rapporto reale di
amicizia. Bello, no?
Alcuni dei libri di Cristiana Pivari
Quello strano bambino
dai pantoloni di velluto
L’Autrice ha inteso donare i proventi, a
lei dovuti per il libro, a favore di:
A.I.P.D. Onlus
Associazione Italiana Persone Down
per promuovere progetti e
iniziative rivolte ai bambini e ragazzi affetti dalla
sindrome di Down.
Mi chiamo Edoardo,
ho nove anni. Mi piacciono gli elicotteri e anche
giocare a calcio, anche se la mia mamma vorrebbe che
diventassi un golfista di successo.
Avevo una vita normale in una famiglia
abbastanza normale finché non è arrivato
Davide, uno strano bambino
dai pantaloni di velluto, che è diventato subito mio
amico, ma mi ha dato anche tanto da pensare perché si
era perso e non riusciva più a trovare la strada di
casa. Grazie a un lavoro di squadra ce l’abbiamo fatta a
farlo tornare a casa sua e ora mi spiace un po’ che se
ne sia andato, anche se è giusto così perché non poteva
mica rimanere con me per sempre.
È una faccenda un po’ magica che parla di
libri e di strani foglietti, ma non posso dire altro
altrimenti vi rovino la sorpresa.
Un’ultima cosa: chiudete il libro dopo
che l’avrete letto perché non si sa mai…
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***
Crisalide rosa
Che cos'è la vita? Una scalata verso la salvezza da se stessa, risponde
Silvia, trentacinquenne più che carina, ragazza che non si sente né
donna né bimba, scrittrice o forse scrittora, crisalide che magari, un
giorno, sarà farfalla, ma con i suoi tempi e i suoi modi. Vi riuscirà?
Non è detto, forse non è così importante il risultato finale, ma la
ricerca di sé che Silvia conduce tra amiche e presunti uomini della
vita, fra situazioni ai limiti del grottesco e lo scodinzolio del suo
pelosissimo cane, riempie il libro di una fresca essenza vitale, questa
sì irrinunciabile. Una Bridget Jones all'italiana? Solo in parte, anche
se non mancano ossessioni personali, manie e stranezze della vita, e una
buona dose di sarcasmo nell'osservarle. Più di Bridget, Silvia
rappresenta le eterne ragazze di oggi, dà spessore ai loro pensieri,
mette in piazza le ansie e i propositi. In fondo, si può restare
crisalidi per tutta la vita, se non si ha la sicurezza di diventare una
farfalla speciale.
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